Quarta di copertina
Sono i soldati semplici, la bassa manovalanza, il proletariato a due ruote. Sono gli assistenti di piano, ma anche di salita e discesa. Sono quelli che tirano, che chiudono, che tappano. Sono quelli che portano, che spingono, che coprono. Sono i distributori di borracce e panini, ma anche di serenità e allegria. Sono i gregari: la stessa radice di gregge, perché nel gruppo abitano, faticano, vivono. I gregari hanno storie valorose, virtuose, meravigliose: gli assalti ai bar, le crisi di fame, le fughe pazze, le vittorie mancate, le lotte al fuori tempo massimo. Qui i gregari – vietato il copia-e-incolla – si confessano, si confidano, si raccontano, si sfogano, si analizzano. Da Negrini, a Succi, da Partesotti a Grazioli, da Carrea a Cadamuro, da Bruseghin a Da Dalto, e tanti altri, le avventure tragicomiche di antieroi.
“Ho sempre sostenuto che ogni corridore ha almeno una bellissima storia da raccontare. La sua. E continuo a sostenere che le più belle storie non sono quelle dei campioni, ma dei gregari. Perché più semplici, più vere, più terra-terra (soprattutto quando mettevano i piedi a terra). Più umane. Tant’è che ogni volta che chiedo storie di corse e tappe, di volate e alleanze, di cotte e cadute, i gregari mi regalano sempre aneddoti straordinari con sentimenti forti ed espressioni letterarie”.
(Marco Pastonesi)
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